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Crucifige !

Crucifige !

scritto diretto e interpretato da Pino Michienzi
con Anna Maria De Luca

crucifige 28

“CRUCIFIGE!” è Teatro religioso di altissima fattura che ripercorre, in lingua e dialetto, tutta la Settimana Santa dalla domenica delle Palme con l’entrata di Cristo in Gerusalemme, fino alla sua Crocifissione Morte e Resurrezione.
Lavoro tenace, paziente e di approfondita ricerca filologica, soprattutto per la non facile ricostruzione di drammaturgia a-temporale dei molteplici linguaggi usati che scandiscono epoche diverse e attraverso cui gli autori Pino Michienzi e Luca Maria Michienzi hanno tentato di superare banali e approssimative interpretazioni.

 

Tuttavia, se lo spirito della mise en scène resta popolare così come dev’essere, non di meno si è voluto miscelare il teatro di parola come espresso dai Laudari umbri del 1200-1300, con l’eccellente lingua dei Vernacolari calabresi, molti dei quali anonimi e risalenti al diciottesimo secolo, che hanno saputo tradurre in meraviglioso canto la Via Crucis di Cristo.

 

Due, fra tanti, gli elementi di rilievo: il canto e la poesia popolari che, associati a uno spettacolo assolutamente rigoroso per forma e contenuto, aiutano lo spettatore a immergersi totalmente nell’humus della propria terra con un sentimento universale di pace tendente a recuperare soprattutto il senso di appartenenza medianica che è dominio di tutti i popoli ai quali la storia di Cristo appartiene.

 

Anche antropologica, pertanto, deve ritenersi questa Passio, che se per definizione appartiene al mondo intero, per individualità etnica appartiene anche alla nostra terra che l’ha esaltata attraverso la mediazione della poesia popolare calabrese.

 

Operazione più fortemente qualificata se si pensa che tutto il testo, nella sua compiutezza, si avvale di Jacopone da Todi con il commovente Pianto della Madonna, di Giovanni Testori, di Giuseppe Berto, di Vittorio Sorrenti, di F. Gian Bruzio e di Pino e Luca Maria Michienzi, i quali ultimi, nella fase di impostazione drammaturgica, hanno fatto emergere gli aspetti più significativi, quali la Mestizia e il Dolore, che pervadono tutta la sacra rappresentazione restituendocela infine con la la Gioia e la Gloria del Cristo risorto.

 

Celebrazione del mistero della Passione Morte e Resurrezione di Cristo, questo originale allestimento vuole essere una straordinaria occasione per ritagliare nei percorsi della vita di tutti i giorni lo spazio per un’esperienza di “bellezza” intesa come occasione di arricchimento e rinnovamento interiore.

 


Non è quindi solo semplice “Rappresentazione” della più famosa e tragica storia di tutti i secoli, ma si nutrirà dei più alti contenuti morali, proprio perché ammette la possibilità di migliorare le condizioni del sentimento civile.

 


Ed è proprio nel serrato rapporto tra barbarie ed eticità, tra violenza e integrità, tra amoralità e rettitudine, che questa rappresentazione va intesa, cioè nella precisa accezione di teatro popolare di accadimenti terreni misti a sentimenti religiosi, che è storia naturale ed essenziale degli uomini e quindi del popolo.